LE MANI DELLE AMERICHE
Tessuti, gioielli, utensili e oggetti d'uso quotidiano di quattro etnie del Centro e Sud America.
I Kuna sono una popolazione di lingua chibcha che vive nelle isole dell'arcipelago di San Blas, sulla costa Atlantica di Panama. La donna Kuna indossa quasi esclusivamente l'abito tradizionale, di cui la mola è parte fondamentale.
Si tratta di un pannello di cotone cucito a mano, con una tecnica basata sul ritaglio e sulla sovrapposizione di strati di tessuti diversi. Si ottengono così disegni geometrici o figurativi di grande valore artistico.
La decorazione ha origine dalle pitture sul corpo che ancor oggi sono praticate da diverse comunità indigene americane. Sono esposte 36 molas montate su pannelli 70X100.
Strumenti: video di 18' Kuna di Panama, proiettato a ciclo continuo; monografia "I Kuna di Panama"; mostra fotografica: 20 foto a colori su pannelli 120x30, oggetti d'uso quotidiano (arcolaio), 3 abiti tradizionali completi femminili.
La cultura indigena del Guatemala, a 500 anni dalla conquista d'America, è tra le più vivaci del continente: vi sopravvivono attualmente 21 gruppi etnolinguistici di discendenza Maya.
La diversità e ricchezza degli abiti tradizionali regionali indigeni è una delle manifestazioni del pluralismo culturale e linguistico del paese.
Il pezzo forte dell'abbigliamento femminile è costituito dal huipil, una blusa in cotone tessuta su telaio di cintura, dai particolarissimi disegni e colori. Gli huipiles esposti sono 20.
Strumenti: video di 27' Gli eredi dei Maya, proiettato a ciclo continuo; monografia sulla tradizione tessile Maya di Linda Asturias; mostra fotografica: 30 foto a colori 30x40, oggetti d'uso quotidiano (telaio di cintura, orditore, arcolaio), 4 abiti tradizionali completi maschili e femminili; 15 litografie di costumi tradizionali di L. Pettersen.
Dai Mapuche, "gente della terra", abitanti del sud del Cile, proviene la plateria, ovvero argenteria: gioielli realizzati in argento massiccio tra la fine del '700 e l'inizio del '900 dalla fusione di monete spagnole e cilene, dai molteplici e complicati disegni rituali. Gli esemplari esposti appartengono ai pochi salvatisi.
I tessuti, realizzati a telaio dalle donne, sono ancor oggi usati nell'abbigliamento tradizionale e racchiudono nei disegni e nei colori funzioni particolari e simbologie.
Strumenti: video di 20' Indios del Cono sud, proiettato a ciclo continuo; monografia "I Mapuche del Cile"; mostra fotografica: 20 foto a colori 30x40, oggetti d'uso quotidiano, 2 abiti tradizionali completi maschili e femminili.
Abiti tradizionali quotidiani e di festa, cappelli, monili, oggetti d'uso, telai. La tradizione narra che le tessitrici boliviane si ispirassero ai colori dell'arcobaleno.
Dai tessuti in lana di pecora o in fibra di alpaca emergono forme astratte che propongono una genesi formicolante di animali domestici e fantastici.
Di toni scuri e poco contrastati, i tessuti Jalq'a sono di grande bellezza formale; figurativi e vivacissimi sono invece quelli delle donne Tarabuco.
Strumenti: video di 28' Campesinos boliviani e Jesusa, proiettati a ciclo continuo; monografia "Tessuti Jalq'a e Tarabuco" di V. Cereceda.
Elementi: Mostra fotografica: 25 foto a colori 30x40, oggetti d'uso quotidiano, 2 abiti tradizionali completi maschili e femminili. I manufatti esposti sono pezzi unici, veri e propri "gioielli tessili" come axu (elemento dell'abito femminile), ponchos, chuspa (contenitore per la coca), chumpi (cintura).
La mostra vuole fornire un percorso didattico e storico, dalle stampe di Giulio Ferrario dei primi dell''800 fino alle foto di attualità dell'Amazzonia.
E' presentata una raffinata selezione di arte plumaria: diademi e maschere rituali, realizzati con piume multicolori; usati ancor oggi, accanto alle pitture corporali, come "vestito" dalle etnie native brasiliane: espressione di culture "diverse", che hanno mantenuto la loro identità ed originalità, nonostante le pesanti influenze delle varie colonizzazioni e devastazioni ambientali, conservando un profondo legame con la terra e l'equilibrio naturale.
Strumenti: Sono proiettati a ciclo continuo i documentari Indios dell'Amazzonia e Gaetano Osculati: l'Amazzonia mitica e quella reale (il primo viaggiatore lombardo ad attraversarla nel 1847-48); e alcuni rari e inediti filmati degli anni '60.
Elementi: 15 antiche stampe a colori, che mostrano flora, fauna, scene di vita quotidiana, utensili e ornamenti dell'Amazzonia brasiliana, tratte dall'opera di Giulio Ferrario Il costume antico e moderno dei popoli del mondo, pubblicato a Milano tra il 1816 e il 1820; Mostra fotografica: 25 foto a colori 30X40



LA DONNA NUTRE IL MONDO

Nel mondo milioni di persone si cibano prevalentemente di mais, riso, grano, manioca, patate. Il ruolo della donna nella coltivazione di cereali e tuberi è determinante, così come la successiva trasformazione per uso alimentare o la commercializzazione nei mercati.

La mostra propone:
- 50 foto di donne al lavoro dal Centro al Sud America, nel Maghreb, nell’Africa subsahariana, in Sud Africa, Cina e India
- 8 video monografici di 3’ girati nelle campagne di quattro continenti
- spazi con oggetti d’uso, per la raccolta, conservazione e trasformazione di cereali e tuberi





BAMBINI NEL MONDO

La mostra fotografica è parte di un progetto realizzato con il contributo della Commissione Europea DG VIII.
Illustra la vita quotidiana, la famiglia, la casa, la scuola, il gioco, il lavoro, il cibo, la strada, la violenza.

Un quadro colorato e “sereno”, nonostante le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere i bambini in gran parte del pianeta, ben diverse da quelle in cui vivono i bambini occidentali; a cui il progetto è rivolto, per stimolare processi di conoscenza e solidarietà.

Foto scattate in: Angola, Brasile, Cina, Cuba, Guatemala, India, Marocco, Niger e Somalia.